Originaria dell'Egitto, questo fiore giallo arancio che i contadini osservano per comprendere se pioverà o meno, in Italia cresce in modo selvatico soprattutto al Sud: se è prevista pioggia, il fiore la mattina non si schiude e non è un caso che il nome latino calendae indichi il primo giorno del mese, momento in cui è destinato a sbocciare.
I benefici della calendula erano noti già nell'antichità e si tratta soprattutto di funzioni antibatteriche, antinfiammatorie e cicatrizzanti.
Gli estratti del fiore sono usati per curare ferite in modo naturale, soprattutto in caso di scottature o eritemi solari d'estate.
Non sono rari i casi in cui la calendula sia usata per trattare disfunzioni relative all'apparato genitale femminile diminuendo il flusso mestruale troppo abbondante o aumentando quello debole.
Grazie alla presenza di mucillagini la calendula è anche utilizzata in caso di ulcere, gastriti e malattie intestinali e inoltre, il suo potente ipolipidemizzante diminuisce i livelli di colesterolo e trigliceridi presenti nel sangue.