Come riconoscere l’avorio naturale da quello sintetico

1/6 – Introduzione

L’avorio è un materiale di origine naturale che si ricava principalmente dalle zanne dell’elefante africano o asiatico. Si può parlare di avorio anche quando ci si riferisce ai denti di altri animali come il tricheco, l’ippopotamo e il cinghiale. Esiste anche un materiale detto avorio vegetale che si ricava dai semi di alcune palme. Questo prodotto ha raggiunto quotazioni molto elevate sul mercato illegale, fino a ben cinquemila euro al chilo perché vige il divieto di caccia all’elefante, e l’avorio ricavato da animali allevati in cattività o dalla raccolta da parte degli enti forestali è piuttosto raro. Questo divieto ha spinto molte industrie produttrici di materiali plastici a sintetizzare una sostanze molto simile a quella naturale, che molto spesso è impiegata in maniera truffaldina per produrre dei falsi. Fra quelli più comunemente spacciati per avorio vero, che in questa guida impareremo a riconoscere, troviamo le ossa di animali e quello sintetico, noto comunemente come avoriolina. Di seguito andremo a vedere come è possibile riconoscere l’avorio vero da quello falso.

2/6 Occorrente

  • Ago arroventato
  • Tenaglie
  • Oggetto in avorio (o presunto tale)
  • Panno morbido per strofinamento

3/6 – Riconoscere l’avoriolina

L’avoriolina è una pasta di cellulosa e resina amalgamata agli scarti della lavorazione dell’avorio, oltre che a corno, denti e ossa di animali polverizzati. Di fronte a un manufatto sospetto, che magari ci viene proposto come oggetto pregevole di artigianato esotico antico, esistono alcune semplici prove da effettuare. La più semplice e immediata è quella del calore, che consiste semplicemente nell’arroventare un comune ago sul fuoco di un accendino e appoggiarlo ancora incandescente sulla superficie dell’oggetto aiutandosi con un paio di pinze o tenaglie. Se l’oggetto è di avoriolina, l’ago lascerà un segno piuttosto evidente, simile a una bruciatura di sigaretta e si sprigionerà un odore che ricorda chiaramente quello dei capelli bruciati, legato alla vaporizzazione della cheratina.

4/6 – Riconoscere la plastica

Paradossalmente la plastica, a un’analisi visiva, può essere davvero confusa per avorio, specie se non si è molto esperti sulla densità di questo materiale. La prova dell’ago arroventato dà un risultato immediato e incontrovertibile perché la punta penetra nel materiale molto in profondità ed estraendolo ancora caldo si produrranno quasi certamente dei fili molto sottili. L’odore è poi facile da riconoscere perché è acre, fastidioso e pungente, e sicuramente ci sarà già capitato di sentirlo. Manca completamente la componente di capelli bruciati. Per converso, se l’artefatto è davvero di avorio, invece, la prova dell’ago produce solo una piccolissima macchiolina scura di bruciatura e pochissimo danno percepibile al tatto. In ogni caso è sempre opportuno effettuare la prova in un punto poco visibile dell’oggetto per non danneggialo. Se dovessimo trovare però un segno nero precedente non è comunque consigliabile confidare in una prova pregressa da parte di un esperto, e fidarsi, perché un bravo truffatore che desideri intascare qualche centinaio di euro se non migliaia, sicuramente avrà provveduto con un po’ di ingegno a predisporre un segno di questo tipo per indurre il compratore a ritenere che l’oggetto sia di vero avorio.

5/6 – Riconoscere l’avorio

Una prova che può essere effettuata per riconoscere definitivamente l’avorio artificiale da quello naturale è lo strofinamento. Per la precisione strofinando energicamente l’avorio sintetico con un panno, questo emanerà un caratteristico odore di canfora a causa delle componenti volatili dei collanti sintetici, cosa che non succede con il materiale autentico. Se dovessero permanere dubbi sull’effettiva qualità del materiale, rivestono una fondamentale importanza anche le sua nervature e le gradazioni di colore. Soprattutto in quello artificiale le prime sono molto regolari e non sono presenti macchie che invece si producono in quello naturale per questioni fisiologiche e di crescita dell’animale. Il colore dell’avorio sintetico spesso è fin troppo bianco soprattutto per oggetti molto dettagliati e non è credibile. Ricordate in ogni caso che la compra vendita di avorio è sottoposta a vincoli molto stringenti per scoraggiare il bracconaggio e il contrabbando e che si rischiano sanzioni molto gravi se si viene trovati in possesso di oggetti provenienti da fonti sospette o illecite e se l’acquisto avviene in un paese esportatore i rischi sono ancor più elevati.

6/6 Consigli

  • Non acquistate mai oggetti in avorio di fattura recente perché quasi sicuramente provengono da un mercato illecito, e se avete un dubbio consultate subito le forze dell’ordine

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